«L’aspetto che più spicca del lavoro di Burnside, a parte l’esattezza del linguaggio, è la bellezza della prosa. Detto in maniera molto semplice: scrive meravigliosamente». The Irish Times

Sono assolutamente d’accordo con quanto affermato dal The Irish Times, la prosa di questo scrittore mi ha letteralmente incantato e affascinato. John Burnside ha una scrittura di grande bellezza e maestria.

In questo romanzo il tema giallo e misterioso si intreccia con il mito, e la protagonista – riflessiva e analitica grazie alla scrittura di Burnside – racconta di un’estate trascorsa su un’isola norvegese dove la madre pittrice ha scelto di vivere, nella solitudine e nell’isolamento. Sullo sfondo un padre assente che riappare all’improvviso per poi subito riscomparire. Antiche leggende e spiriti impregnano i legni di rimesse, pontili e dimore, dove si conserva la memoria di antichi e funesti eventi: ragazzi di campagna usciti alle prime luci dell’alba e tornati a casa contaminati da qualcosa di innominabile, un battito d’ali o un soffio di vento nella testa, al posto dei pensieri. Durante quell’estate Liv ascolta affascinate queste leggende raccontatele da un vecchio vicino di casa, ma non crede all’esistenza di tali forze o esseri. Quell’estate, però, in cui la ragazza compie 18 anni, accadono eventi così letali da sradicare le sue più solide e ferme convinzioni.

 

L’estate degli annegamenti, John Burnside, Neri Pozza Editore, 2016

L’estate degli annegamenti