Sulle traduzioni

Qualche lettrice del blog mi chiede perché non pubblico, insieme ai modelli, le istruzioni tradotte in italiano. Risposta: perché non si può. A meno di avere l’autorizzazione dell’autrice del modello a tradurlo, è assolutamente vietato farlo arbitrariamente e ancor più pubblicare la traduzione.
Nel mio caso io mi limito solamente a segnalare modelli che trovo sul web, che piacciono prima di tutto a me, modelli che ho già realizzato o che mi piacerebbe realizzare per i miei nipoti e figli di amiche. Scrivo sempre di chi è il modello e dove si trova, sul quale sito si può trovare il pattern originale.
Oltretutto non è il mio lavoro quello di tradurre modelli; c’è chi lo fa di mestiere, per esempio su Ravelry c’è un gruppo dedicato proprio a questo. Io di mestiere faccio altro, e non ho né voglia né tempo di mettermi a tradurre patterns. Tra l’altro comprendere le istruzioni in inglese è veramente facilissimo, anche per chi non mastica troppo questa lingua, basta veramente poco per arrivarci da sole. Così siamo tutte contente, noi knitter e le designer che non vedono “rubato” il loro lavoro.
Purtroppo ci sono blogger che invece non si fanno scrupoli e traducono alla bell’e meglio, magari senza nemmeno chiedere il permesso all’autrice, solo per ottenere un maggior numero di visite al loro blog. Con buona pace della “netiquette”!
E a proposito di lingue e traduzioni, avete fatto caso che in italiano non esiste un verbo che definisca esattamente il “fare maglia”? In francese esiste “tricoter”, in inglese “to knit”, in tedesco “stricken”, ma in italiano no. Noi diciamo “lavorare ai ferri – lavorare a maglia – fare maglia”….e forse anche in altri modi che personalmente non conosco. Curioso, no?
E nelle altre lingue? Se c’è qualche straniera che mi segue, lasciatemi un commento di come si dice nella vostra lingua! Grazie.
Related Posts